
10 Mar CORONAVIRUS – DI NUOVO CHIAREZZA E PROSPETTIVE UTILI
Buongiorno a tutti, ecco un altro post di aggiornamento.
Capisco le necessità di chiarezza ed equilibrio che mi vengono espresse in privato, e quindi eccomi qui.
Francamente questa volta avrei evitato. È difficile rimanere freddi quando si sentono colleghi sopraffatti. È difficile rimanere freddi quando si sentono anestesisti rianimatori in ansia. Voglio dire, l’anestesista per definizione è sempre tranquillo e razionale, tra noi medici ci scherziamo anche su, non può andare in ansia. E invece sono in ansia.
È difficile rimanere freddi quando si supporta professionalmente colleghi infetti perché hanno assistito pazienti mandati all’arrembaggio con precauzioni insufficienti (ricordo che in tanti ci siamo comprati le mascherine adatte a nostre spese).
È difficile rimanere freddi quando questi stessi colleghi devono lavorare comunque, con una polmonite di questo tipo in corso (e chi lavorerebbe anche con una “normale” polmonite, del resto?), e si devono poi mettere in quarantena.
È difficile rimanere freddi quando si assiste professionalmente a colleghi e personale sanitario in evidente stato di esaurimento.
È difficile rimanere freddi quando si vedono orde di decerebrati che affollano le stazioni, i treni, i bar e i ristoranti perché “mi autodenuncio ma la quarantena la voglio fare in famiglia o al caldo” oppure perché “questo virus colpisce i più anziani, io ho 25 anni e devo vivere” (E se quell’anziano fosse tuo nonno, genio?!).
Però nonostante queste mie argomentazioni, mi hanno esortato a scrivere, perché serve un’informazione equilibrata, e allora eccomi qui.
Di sicuro questo sarà un post più prospettico rispetto agli altri, forse con meno dati (quelli sono sempre più chiari) e più ragionamenti ad ampio raggio. Sono infatti coinvolte anche la nostra sfera psicologica, affettiva, sociale e direi quasi antropologica.
Nei momenti di difficoltà, probabilmente è una mia difesa, ma si attivano tutte le mie risorse in modo da:
a) Ragionare nel modo più razionale e aperto possibile
b) Adottare tutte le misure che mi fanno stare bene (e che sono utili a tutti, quindi dopo ve le descrivo)
c) Aiutare le persone vicino a me e i miei pazienti al mio meglio, acuendo ancora di più l’ascolto e l’osservazione.
d) Utilizzare la difficoltà come opportunità. Nel mio caso sto già studiando e scrivendo più di prima, per portarmi avanti e investire il mio tempo.
e) Infine, evolvere.
Da medico, voglio quindi iniziare dicendo che il nuovo dpcm di ieri sera mi tranquillizza. Credo che noi medici siamo d’accordo al 100% sull’estensione delle misure stringenti a tutto il territorio nazionale. Credo che saremmo stati d’accordo al 100% anche sulla chiusura di bar e ristoranti, che non ho capito perché rimangono aperti dalle 6 alle 18. Veramente è una cosa illogica. Ci si può spostare solo per lavoro, per salute o seri motivi famigliari, e si va al bar?
Le scene raccapriccianti degli aperitivi a Napoli le abbiamo viste tutti, e le ha citate Conte nella sua conferenza.
Spero che i controlli siano puntuali, precisi e severi, in tutta Italia.
Sinceramente, manca un supporto a tutte le partite IVA, piccole o grandi. Credo che l’emergenza sanitaria metta in secondo piano qualunque altra cosa, ma è sacrosanto tutelare chi produce, chi per definizione non ha ammortizzatori sociali, chi si deve per forza fermare, e continua ad avere spese senza avere ricavi. Speriamo che queste misure arrivino entro breve.
Speriamo che le misure siano sufficienti, che vengano rispettate, anche se gli assembramenti di questa notte davanti ai supermercati non fanno ben sperare.
E qui arriva la prima analisi prospettica: credo che ci siano le paure che “spengono” la razionalità innescando una dissonanza cognitiva, in questo tra la probabilità di contagio e la paura irrazionale di restare senza cibo. Questa dissonanza cognitiva si risolve nel “tanto non capiterà a me”, ovvero nel ritenere il possibile impossibile.
Solo che poi, se questo si realizza, diventa la possibilità dell’impossibilità, come direbbe Heidegger.
C’è da sperare che le conseguenze più drammatiche effettivamente non si verifichino, date le condizioni del sistema sanitario al sud.
Un altro meccanismo sociale importante è la negazione dei giovani, e la ribellione rispetto al divieto alla socialità intensa come prima. Non credo che questa sia una ribellione alle regole in quanto tali, quanto all’idea di modifica dei propri schemi sociali, unita alla paura della solitudine.
Da questo punto di vista vorrei però dire una cosa: la mia città (Mantova) è deserta. Così avviene da altre parti. Non dobbiamo assolutizzare quello che vediamo e ci scandalizza, credendo che sia l’unica realtà. Ci sono tantissime persone che già da più giorni si sono organizzate per rispettare le regole di buon senso e legislative. Anche qui, il ragionamento prospettico e il dato di realtà (cosa stanno facendo i vostri amici, famigliari, conoscenti?) aiutano a rivedere tutto nelle più corrette proporzioni.
In questo momento, tutti i nostri schemi di interazione sono modificati.
Lo erano già da quando abbiamo smesso di abbracciarci e baciarci. Adesso che non possiamo vederci, uscire, ci rendiamo conto della differenza.
Un modo efficace a mio avviso per superare tutto questo è ricentrarsi su di sé, darsi respiro, assumere una posizione consapevole e adulta rispetto agli eventi.
Bene, veniamo ora ai dati (come al solito, fonti in fondo al post), che non sono complessivamente piacevoli per l’Italia ma lasciano concrete speranze:
1) Ieri abbiamo avuto circa 1700 nuovi casi. Un’enormità. Sono anche aumentati i morti, e in questo momento la letalità è al 5% circa. È altissima, e deriva dalla saturazione del sistema sanitario lombardo e del nord in genere.
2) R0 continua ad essere alto. Il numero di persone contagiate a partire da ogni infetto è tra 3 e 4. Questo è un dato che si modifica nel tempo, ad esempio a Wuhan è passato in qualche settimana da 3,86 a 0,32. Se R0 è minore di 1, l’epidemia si estingue, perché ogni contagiato in media contagerà meno di un’altra persona.
3) Questo significa che la quarantena stringente funziona, tant’è che a Wuhan stamattina hanno chiuso gli ultimi ospedali provvisori rimasti aperti (erano 14 quelli aperti o costruiti per l’emergenza). Inoltre, in Cina ieri ci sono stati 20 nuovi casi, il numero minore in assoluto dall’inizio dell’epidemia.
4) Abbiamo un dato simile in Italia a Lodi, dove la zona rossa è scattata per prima (con grandi controlli e pochissime evasioni). Lì i contagi stanno già rallentando da due giorni. Non bisogna solo osservare i nuovi casi, ma la variazione nelle diverse zone rispetto al giorno precedente.
5) Veniamo alla demografia, c’è una nuova analisi dell’ISS: l’1,4% dei contagiati ha meno di 19 anni, il 22,0% è nella fascia 19-50 anni, il 37,4% tra 51 e 70 e il 39,2% ha più di 70 anni, per un’età mediana di 65 anni. Il 62,1% è rappresentato da uomini. Quindi si infettano anche i giovani, eccome.
6) L’analisi dell’ISS stima in 3-4 giorni il tempo mediano trascorso tra la data di insorgenza dei sintomi e la diagnosi. Il 10% dei casi è asintomatico, il 5% con pochi sintomi, il 30% con sintomi lievi, il 31% è sintomatico, il 6% ha sintomi severi e il 19% critici. Il 24% dei casi esaminati è ricoverato in ospedale. Capite che sono numeri enormi.
7) Al nord hanno ormai riorganizzato interi ospedali, dedicati sono a questa patologia, e trasferito pazienti con altre patologie in altre regioni. È un’emergenza di portata gigantesca.
8) Più della metà delle persone decedute ha più di 80 anni, e due terzi di queste ha 3 o più patologie croniche preesistenti.
9) Un dato interessante, è che finora il virus ha colpito maggiormente zone con una stretta distribuzione est-ovest approssimativamente lungo il corridoio 30-50 N” a modelli meteorologici costantemente simili (5-11°C e 47-79% di umidità). Questo lascerebbe ben sperare in vista dell’estate, anche se l’OMS ha detto che non è assolutamente garantito che con l’estate il virus si auto-estinguerà. Nessuno al momento lo può sapere.
10) Un altro dato epidemiologico interessante: sto seguendo diversi statistici, epidemiologici e fisici che stanno costruendo diversi modelli. Pare che finora la curva che descrive meglio la progressione è una curva logistica. Questa ha forma di S. L’andamento iniziale è esponenziale. Poi con le misure di quarantena l’andamento diventa lineare, e poi rallenta fino a un plateau. Pare che in questo senso siamo come la Cina 37 giorni fa, e che le altre nazioni europee più colpite siano come l’Italia tra 7 e 9 giorni fa. Vedremo se questo modello è confermato nei prossimi giorni. Al momento è impossibile fare previsioni certe, si tratta di modelli a breve termine.
11) Finiamo con una bella notizia, che dà speranza: il paziente 1 è finalmente fuori dalla terapia intensiva. Respira da solo ed è in terapia subintensiva. Questo dà grande coraggio e morale a tutti noi.
Quindi, che fare?
Appunto, è il tempo di ricentrarsi, di riorganizzarsi, di evolvere.
Come cose utili, eccole qui:
1) Stai a casa
2) Stai a casa
3) Stai a casa
4) Trova una tua routine, lavorativa, di svago, di orari dei pasti (e del tipo di cibo che introduci), del sonno.
5) Fai esercizio fisico, possibilmente HIIT (ad alta intensità per poco tempo, bastano 15-20 minuti). È un tipo di esercizio che non richiede attrezzi, forse dei manubri sostituibili da bottigliette d’acqua. Si trovano un sacco di risorse su YouTube.
6) Respira. Questi fatti, questi continui mutamenti, ci fanno stare in apnea (e si tratta pur sempre di una polmonite, se ci pensiamo). È importante di quando in quando fare respiri consapevoli e lenti, ne bastano anche 3-4, per ricentrarsi.
7) Ho molto apprezzato l’iniziativa dell’OMS che invita a prendersi cura anche della propria sfera psicologica. Infatti, molte persone tendono a subire questi eventi. Invece è importante che ci sentiamo parte attiva per mantenere e migliorare la nostra salute.
8) In particolare, oltre a quel che ho scritto, l’OMS indica di evitare fumo, alcol e droghe nei momenti di stress. Invita a sentire le persone di cui si ha fiducia. Invita a informarsi bene.
9) A questo dedico un punto a parte. C’è modo e modo di informarsi. Un modo è vorace, bulimico, ansiogeno. È l’inconsapevole scroll sulle bacheche dei social, o il compulsivo link su ogni notizia, senza che ce ne rendiamo conto.
Il modo più corretto, invece, è quello di dedicare consapevolmente il proprio tempo ad informarsi in modo esatto, puntuale, utile. Ad esempio, si può pianificare e dire “ok, sono le 18, mi informo sulle novità di oggi. Mi interessano soprattutto le informazioni x, y, z (Ad esempio a me interessano i nuovi dati, le interpretazioni statistiche coi possibili modelli, le novità virologiche sulla forma e sul comportamento dei virus, eventuali novità terapeutiche, modifiche sul fronte legislativo). Respiro e mi preparo. Leggo, osservo, capisco. Poi respiro di nuovo, realizzo che sono in casa al sicuro, chiudo il pc e mi dedico ad altro”.
10) Per chi ha bambini, prendersi cura di loro. Anche qui l’OMS aiuta: consiglia anche per loro di rafforzare la routine, di supportarli nei momenti di maggiore stress, ansia, pianto; di evitare loro il più possibile l’uso di smartphone e apparecchi elettronici, di spiegare loro cosa succede e renderli partecipi.
Ecco. Sono momenti difficili per tutti.
Credo che ci siano alcune parole chiave, che sono responsabilità, salute, fiducia ed evoluzione.
Se incarniamo e utilizziamo queste parole chiave, andrà tutto bene.
E tra qualche mese potremo tornare ad abbracciarci, riscoprire la vera affettività, le vere relazioni, e il loro effetto benefico e sano.
Fonti:
https://www.worldometers.info/coronavirus/country/italy/
https://www.iss.it/web/guest/primo-piano/-/asset_publisher/o4oGR9qmvUz9/content/id/5292020
https://it.wikipedia.org/wiki/Equazione_logistica
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