CORONAVIRUS – LE NOVITA’ E UN PO’ DI SANO OTTIMISMO

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CORONAVIRUS – LE NOVITA’ E UN PO’ DI SANO OTTIMISMO

Buongiorno a tutti, eccoci all’aggiornamento a due settimane dall’ultimo post. 

Ci sono finalmente buone e diffuse notizie, almeno dal punto di vista medico/sanitario.

Iniziamo da uno sguardo mondiale: i casi stanno ancora aumentando, ma le curve del contagio stanno diventando sempre più lineari. Questo significa che la velocità del contagio è sempre meno esponenziale e sempre più lenta. Naturalmente questo è stato possibile grazie alle politiche di contenimento dei vari stati, oltre che alla grande riduzione dei viaggi internazionali ed intercontinentali. 

In Italia ormai il peggio pare passato.

Non solo i contagi sono in calo, ma le percentuali di tamponi positivi sono sempre più basse. È stata fatta un’analisi che ha mostrato come tutti i paesi che hanno “risolto” la prima fase dell’epidemia, pur con strategie diverse, hanno avuto una percentuale di tamponi positivi inferiore al 5%. Ebbene, da noi ormai da qualche giorno siamo tra il 3 e il 5%. Significa che su 20 tamponi eseguiti, al massimo uno è positivo. Le fonti sono in fondo al post, come sempre. 

Finalmente stiamo anche implementando i tamponi. Ancora non ci sono protocolli univoci, né viene seguita l’indicazione, certamente efficace, del prof. Crisanti di Padova di testare immediatamente i contatti più prossimi delle persone positive, anche se asintomatici. A mio parere, nella carica dei circa mille tecnici scelti dal governo, dovrebbe esserci anche lui, per il successo a cui ha contribuito in Veneto. 

Come dicevo, i numeri giornalieri dei tamponi eseguiti sono cresciuti considerevolmente; attualmente in Italia siamo a 1,9 milioni. In Europa siamo i terzi come numero di tamponi eseguiti dopo Russia (3,3 milioni) e Germania (2,5 milioni). Se rapportiamo questi numeri alla popolazione, vediamo che siamo abbastanza in linea con la Germania. 

Il punto è questo: non serve solo fare tanti tamponi; è necessario eseguirli in modo strategico. Crisanti ha capito come moltiplicare i test nella fase iniziale dell’epidemia, in cui questo era più fattibile. Ciò ha permesso anche di conoscere la percentuale di soggetti asintomatici e di bambini contagiati a Vo’. Il suo è diventato uno degli studi epidemiologici attualmente più importanti, che in molti tra noi medici e ricercatori abbiamo apprezzato. 

Ovviamente, diagnosticare il più possibile, in fasi precoci, ha il fine di isolare maggiormente gli infetti. È la strategia della capillarità, che ho illustrato in un articolo precedente (trovate gli articoli già scritti nel primo commento) che certamente ripaga degli sforzi fatti. 

I numeri dei morti giornalieri, i ricoveri e i posti letto occupati in terapia intensiva stanno continuando a diminuire. Per quest’ultimo dato, credo che siamo al ventesimo giorno consecutivo di calo. Questo è fondamentale. Se il numero dei ricoveri rimane basso, possiamo gradualmente riaprire con più fiducia. L’importante è evitare il collasso del sistema sanitario, l’avevo scritto già all’inizio dell’epidemia.  

Pare anche che ultimamente in proporzione si verifichino quadri di polmoniti meno gravi; questo però deriva da osservazioni cliniche di alcuni medici e non ho fonti quantitative da riportare. 

Veniamo alle altre notizie positive: a Pavia e Mantova hanno sviluppato un protocollo di trattamento con plasma iperimmune. Ovvero, vengono selezionati i pazienti che guariscono e sviluppano gli anticorpi. Donano il loro plasma, la componente del sangue che li contiene. Il plasma viene somministrato ai pazienti entro la decima giornata dalla comparsa dell’insufficienza respiratoria, e finora a Mantova, sui 25 pazienti che hanno ricevuto questa somministrazione non c’è stato nessun decesso. Non solo, sono state riportate diverse guarigioni rapide e senza effetti collaterali. 

Adesso questi due centri hanno finito il primo trial clinico e uscirà a breve lo studio relativo, in modo da poter usare la terapia con il plasma iperimmune su più persone. 

Questa è una bellissima notizia perché questa terapia è tutto sommato semplice, economica; ha una logica finalmente adiuvante le funzioni dell’organismo e non è soppressiva; è anche democratica perché le persone aiutano altre persone.

Adesso hanno iniziato anche a Padova e in altri centri italiani ad utilizzare questa terapia. 

Negli USA il trattamento è approvato dalla FDA da marzo scorso, e ad oggi sono stati trattati 4400 pazienti con plasma donato da circa 8500 guariti. Sembra che vogliano somministrarlo anche a livello profilattico e preventivo sul personale sanitario. Questo ovviamente aprirebbe dei dubbi etici perché il plasma iperimmune è una risorsa comunque scarsa; non tutti i pazienti guariti possono donarlo e vanno somministrate più dosi ai malati. 

Un’altra notizia positiva: un articolo pubblicato su Nature ha mostrato che, su 285 pazienti, il 100% di loro ha sviluppato gli anticorpi IgG (della memoria) entro 19 giorni dall’infezione; tutti avevano già sviluppato le IgM, com’è normale che sia. 

Fare i test sierologici quantitativi al momento ha tre funzioni: 

  1. Epidemiologica: capire quanti sono stati i veri contagiati. 
  2. Prospettica: avere le basi per capire in futuro come evolve l’immunità, quanto dura (al momento sono stimati 12-24 mesi in base a studi effettuati su virus simili, non sappiamo se potrebbe andare oltre o se al contrario potrebbe durare meno). 
  3. Di conseguenza: sicurezza nel ritorno al lavoro.

Il fatto che l’immunità si sviluppi è comunque un dato molto rassicurante.

Da questo punto di vista, un’altra buona notizia: tutti quelli che parevano “reinfettati” dopo la guarigione erano in realtà dei cosiddetti “falsi positivi”. Ovvero, il tampone li segnalava nuovamente positivi anche se non lo erano. Avevo sospettato che si trattasse di un problema coi tamponi, e per fortuna è così. 

Vi do l’ultima buona notizia: a 37°C il virus sopravvive sulle superfici solo un giorno, a fronte dei 7-9 attuali. Inoltre, con le temperature estive le goccioline che trasportano il virus nell’ambiente diventano instabili. Quindi il contagio dovrebbe effettivamente ridursi d’estate, come tutte le infezioni virali respiratorie.

Ecco, questi sono gli aggiornamenti positivi. 

A fronte di questo andamento incoraggiante, a fronte di italiani che come mostrano tantissimi dati sono stati veramente complianti e rispettosi delle regole (le più stringenti d’Europa, e forse del mondo a parte la Cina, ricordiamolo), dalla stampa continuano a seminare il panico. Siamo tornati come nella primissima fase, in cui c’era panico generalizzato e (quasi) nessuno riusciva a capire razionalmente quali erano i reali pericoli e quali erano le ansie alimentate dalla stampa. 

Purtroppo non posso tacere sulle modalità operative del governo e di questa gigantesca task-force, che ormai a quanto pare annovera un migliaio di professionisti. Ovviamente ci sono pochissime donne, potevamo aspettarcelo. 

Naturalmente la riapertura dev’essere graduale, credo che su questo siamo tutti d’accordo. Ma deve avvenire. 

Detto questo, ci sono molte incoerenze nell’ultimo decreto. 

Apprendiamo che tra i nostri diritti fondamentali c’è il fare sport all’aperto, seppur distanziati (e ci mancherebbe), vedere i congiunti (e qui è partita la satira del grottesco, giustamente) e ordinare cibo da asporto. Per gli studi professionali non si sa ancora con precisione della loro riapertura; tantissimi esercizi devono rimanere chiusi anche se potrebbero gestire flussi ridotti (penso ad esempio alle estetiste, che già lavorano su appuntamento, nelle cabine singole).

Se due persone vivono insieme, non possono viaggiare nella stessa macchina. In un autobus possono stare diverse persone, in un negozio della stessa dimensione una sola. Stanno studiando un bonus per i monopattini e le biciclette. Colao, il capo dei commissari, sta lavorando in smart-working da Londra. I nonni devono stare a casa, ma siccome alcune attività riaprono e le scuole sono chiuse, i bambini andranno dai nonni. Tutto questo è stupendo. Sembra la parodia di una tragedia annunciata, che non è stata presa sul serio in tempo utile. 

Sull’ultimo punto riguardo i nonni e i bambini scrivo alcune righe in più, perché è importante. È uscito ormai da qualche settimana un articolo dell’Imperial College di Londra, che a mio avviso è il faro epidemiologico sanitario che tutti dovrebbero usare. Riporta l’efficacia stimata di diverse strategie di mitigazione o soppressione del contagio nella riduzione di posti letto e morti. Mostra che la chiusura delle scuole è la misura meno efficace tra tutte quelle analizzate, che includono l’isolamento degli infetti, il distanziamento sociale, la quarantena, la protezione degli over 70.  E infatti, i paesi che hanno chiuso le scuole come prima e unica misura, come il nostro, hanno comunque visto un aumento esponenziale dei contagi. 

Tra tutte le misure che analizzano nell’articolo, il distanziamento sociale e la protezione degli over 70 sono le più efficaci. Consigliano e dimostrano che combinare diverse strategie tra loro è la cosa migliore; in questo senso, il lockdown totale non è così necessario a lungo termine. 

E allora, perché riaprire le scuole è una misura controversa? Perché ancora l’epidemiologia nei bambini non è chiara; perché a scuola ci sono insegnanti, bidelli di una certa età; perché a scuola i bambini vanno portati; perché sono stati riportati casi di vasculiti nei bambini. 

Però, qual è l’alternativa? Portare i bambini dai nonni? È ormai chiaro che i contagi sono avvenuti per la maggior parte nelle RSA (evito di commentare, che è meglio), a casa, negli ambienti sanitari. È anche chiaro che i nonni devono essere protetti. 

Quindi, come fare? Si può pensare intanto a una riapertura delle scuole dell’infanzia, a mio avviso, anche per non gravare ulteriormente sulle madri e sulle donne. Le scuole dell’infanzia possono ben organizzarsi almeno con orari ridotti. Bisognerebbe pensare ad orari ridotti e scaglioni anche per le scuole dell’obbligo, ma da subito, non forse da settembre. Questo potrebbe fungere da base per altre misure più “esotiche” che sono state prospettate riguardo i cred parrocchiali e i centri estivi.

Bisognerebbe iniziare a pensare anche alla salute mentale delle persone, a quella degli adolescenti che magari non hanno relazioni amorose stabili ma hanno degli amici, al rispetto dei nostri diritti più basilari, alle responsabilità dello stato. 

Perché non si può demandare unicamente ai cittadini il contenimento dell’epidemia, con tutti i costi socio-economici che questo ha. Il contenimento è efficace se anche lo stato organizza con efficacia, supporta economicamente, fornisce aiuto. Quindi, servirebbe una collaborazione complementare, adulta e proporzionata rispetto a ruoli e risorse, tra l’apparato pubblico e quello privato.

Quello che viviamo oggi è invece un autoritarismo tecnocratico che finisce per essere antiscientifico. Il che è preoccupante. 

In questa tecnocrazia nazionale e mondiale,vediamo anche chi lavora per il benessere collettivo e di tutti, e chi no. Abbiamo potuto ammirare la completa inutilità di Facebook, Apple Google and co nell’usare i nostri dati, che già raccolgono, per poter predire i contagi almeno con calcoli proiettivi. Abbiamo potuto ammirare proprio l’inesistente contributo dell’intelligenza artificiale (che al momento è poco intelligente a mio avviso, ma questa è un’altra area di ricerca) nel predire, controllare, mitigare gli effetti di questo virus, nel proporre molecole terapeutiche. 

Abbiamo visto che Apple e Android si sono rifiutate di permettere l’installazione dell’ipotetica e al momento oscura app “Immuni”, salvo poi rilasciare un aggiornamento dei loro sistemi operativi una settimana dopo con il supporto nativo al tracciamento tramite questo tipo di app. Erano quindi preoccupati dei nostri diritti, o volevano accaparrarsil’esclusiva? 

Dal mio punto di vista, era già chiaro, ma ora è lampante, che attorno alle nuove tecnologie c’è un hype ingiustificato; non sono sempre al servizio dell’uomo e spesso vengono usate perdepauperarlo delle sue risorse, quando rispondono solo ed esclusivamente a interessi commerciali. 

E lo dico con l’amarezza di aver pensato a uno studio che riguarderebbe Big Data e Machine learning, che ho formulatonel 2011 quando ancora niente di tutto questo esisteva. Il progetto doveva servire a capire meglio le reti di malattie croniche. Ah sì, neanche la network medicine esisteva, ora che ci penso. Me l’hanno bocciato più volte sia perché troppo complesso, che per giustificate preoccupazioni sui dati riservati da concedere a me e al mio piccolo gruppo di ricerca che nel frattempo avevo costruito (dati che nel frattempo venivano ceduti gratuitamente a Microsoft, nda).

Quello sarebbe stato uno sviluppo di tecnologia e ricerca utile per le persone e per la loro salute; serviva a dimostrare che l’organismo si organizza a rete, e che cerca di mantenere il più a lungo possibile le sue funzioni. Doveva servire ad avere una visione sistemica per evitare di dare molti farmaci ai malati cronici, e invece regolarel’organismoin modo più efficace e rispettoso della Vita.

Questo per dire che non ce l’ho con la tecnologia in sé, ma con l’uso distorto che ne vogliono fare, che rende sinceramente distopico e dispotico il prossimo futuro. Tragico anagramma che non lascia presagire niente di buono.

Dal punto di vista politico parlo sia da medico e ricercatrice che da cittadina, naturalmente. Sembra che ci “concedano” delle libertà fondamentali e garantite dalla Costituzione per grazia ricevuta. In questo senso, si sono mossi diversi avvocati e costituzionalisti, chiedendo allo Stato di assumersi le sue responsabilità e di fermare questa deriva democratica.

Del resto, ho scritto subito che il lockdown era necessario, per la verità auspicavo anche una chiusura più precoce di bar e ristoranti. 

Ma adesso dobbiamo gradualmente tornare alla normalità, con questi numeri è necessario e fondamentale poterlo fare. Con tutte le precauzioni del caso, ovvero col distanziamento sociale, con le mascherine, evitando ancora i gruppi per qualche settimana. 

Da questo punto di vista, il panico diffuso è immotivato. Viene quasi il sospetto che venga inculcato per difendere scelte di governo che risultano a tutti gli effetti miopi e incoerenti. Penso ad esempio alla totale fake news, diffusa da tutti i principali quotidiani, di un aumento dell’R0 (indice di contagiosità) del virus in Germania uno o due giorni dopo che là avevano iniziato le riaperture. Innanzitutto, i tempi di incubazione dell’infezione sono più lunghi di due giorni, quindi la correlazione causale presentata era impossibile. Inoltre, bastava guardare worldometers o qualsiasi altra fonte di dati per vedere molto facilmente che i contagi anche là erano in costante calo, sempre sotto i 1000 casi al giorno. E infatti poi la fake news è stata smentita.

Perciò, è necessario che la macchina statale, che sta diventando sempre più imponente, si organizzi a dovere. 

Altrimenti, se aumenteranno i contagi, cosa faremo? La cosa che prospettano è di richiudere tutto fino a quando non ci sarà un vaccino. Questo è assurdo, l’ho già scritto, e deriva da deliri di onnipotenza di certi ingegneri e virologi, che un paziente non l’hanno visto neanche in cartolina, e che non possono avere il polso su come organizzare a livello collettivo una risposta complessiva e coerente. Dovrebbero invece iniziare a lavorare per capire come la res publica può gestire un aumento dei contagi. Come può isolarli, curarli, confinarli, senza intasare gli ospedali e senza dover fermare tutto. 

Sono in 1000 tecnici, se ce l’hanno fatta all’epoca di Garibaldi ce la faranno anche stavolta. 

Fonti:

https://www.worldometers.info/coronavirus/?fbclid=IwAR17CDtLk79zmKfp3963l3fCXFVh-shVRgglZ3dqkmmyd7Wwea4xBRQzcLU

https://www.statista.com/statistics/1109066/coronavirus-testing-in-europe-by-country/?fbclid=IwAR3dCr_crQAbEkjSJvLQGs5v_jyiIZfL-yGLQeNbd1nKQQWXSIHnfTXCJbk

https://nextstrain.org/ncov/global?l=clock&m=div&p=full

https://medium.com/@tomaspueyo/coronavirus-how-to-do-testing-and-contact-tracing-bde85b64072e

https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.04.17.20053157v1?fbclid=IwAR1bNTbEglx_HhXxfHsw9YtklzyyT68ujCpIxaCw0VID_El_5F2aTrc0cJQ

https://www.nature.com/articles/s41591-020-0897-1?error=cookies_not_supported&code=69f5b51d-88ac-43b8-b7bc-a4c80c5f3a16&fbclid=IwAR28u332gpp2b2OkUw64IWy6QlQ8Xxz5HbeXynqo8Ie-4GVLqV9hTi6IDRY

https://science.sciencemag.org/content/early/2020/04/14/science.abb5793.full?fbclid=IwAR3YrHFKvn34-pc7hzCowGLybc9yjpQNzNDDGSA90fYgySvtSbT9EIfQl5A

https://www.whitehouse.gov/presidential-actions/memorandum-providing-covid-19-assistance-italian-republic/

https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.04.15.20066407v1.full.pdf?fbclid=IwAR1913bU7stUBEkmfNWJKwiVk2kVIruDpUds0ipe8jOmKzvPjsev8UqwQEI

https://www.repubblica.it/politica/2020/04/30/news/donne_task_force_catena_di_comando_covid19-255273362/?ref=RHPPLF-BH-I255282021-C8-P2-S2.4-T1

https://www.open.online/2020/04/29/ripristinare-garanzie-costituzionali-lettera-aperta-premier-conte-trenta-giuristi-torinesi/

https://www.imperial.ac.uk/media/imperial-college/medicine/sph/ide/gida-fellowships/Imperial-College-COVID19-NPI-modelling-16-03-2020.pdf?fbclid=IwAR2MDkXRJqKpI-cFKs3DzFulLxM2ADnYVhfHT9RQ6f5vGalW_3jyaZJb0ig

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