Informazione: sappiamo veramente cos’è?

informazione qualitativa

Informazione: sappiamo veramente cos’è?

L’Enciclopedia filosofica di Stanford, che è un punto di riferimento fondamentale per le definizioni filosofiche, spiega che ci sono descrizioni quantitative e qualitative della parola “Informazione”. In questo articolo ti voglio parlare delle definizioni qualitative dell’informazione, soprattutto rispetto al nostro sistema complesso.

Dal punto di vista qualitativo, l’informazione è lo schema di una struttura, che può essere recepito, riprodotto o usato per prendere decisioni. L’informazione può essere presente come messaggio o segnale, perché può essere recepita anche a distanza, e può essere sotto forma di memoria, perché in alcuni casi rimane stabile nel tempo.

Quindi l’informazione qualitativa racchiude un insieme di significati più ampio rispetto all’informazione quantitativa.

L’informazione si struttura sempre in un linguaggio tramite cui assume significato.

Il significato non è propriamente intrinseco all’informazione stessa, perché dipende dalle caratteristiche del ricevente del segnale, dall’ambiente e dalla situazione in cui l’informazione viene scambiata. Il messaggio recepito – e di conseguenza gli effetti dell’informazione – dipendono infatti dall’affinità tra il segnale e il ricevente, e dai gradi di libertà del sistema ricevente, che dipendono dalla sua complessità. Maggiori gradi di libertà implicano un maggior numero di opzioni e nuove configurazioni disponibili.

Ma cos’è l’informazione per il nostro sistema complesso?

L’informazione è tutto ciò con cui il sistema può non solo venire a contatto, ma che può decodificare in maniera intelleggibile e da cui può far scaturire una risposta. L’informazione è intelleggibile solo se afferente il dominio di linguaggio di sistema. Parliamo di dominio di linguaggio per indicare il “codice” complessivo dell’organismo e il linguaggio che ne fa parte, che lo descrive e attraverso cui il sistema esplica le sue funzioni.

L’informazione è dal punto di vista sistemico una variazione al contorno.

Il contorno è l’interfaccia tra il sistema e l’ambiente, cioè ad esempio la pelle, le mucose, gli organi di senso. Al contorno avviene lo scambio di informazioni, flussi ed energie con l’ambiente. Il sistema è indivisibile dal suo contorno e senza di esso non potrebbe esistere. Infatti tutti questi sistemi, e quindi anche noi, sono collegati a varie nicchie dell’ambiente che possono occupare. L’informazione può essere definita in alcuni casi puntiforme, nel senso che è precisa, piccola rispetto alla grandezza e alla complessità del sistema. Da questa scaturisce nel sistema una risposta globale, organizzata, di magnitudo molto più grande dell’entità dell’informazione stessa. Ricordo che il sistema complesso reagisce agli stimoli in modo non proporzionale ma esponenziale, e si ristruttura completamente.

Due sinonimi di informazione in questo contesto sono la parola stimolo anche la parola “agente”, che non avevo ancora introdotto, ma che in questo contesto è corretta e precisa. Specifico che in questo caso la parola agente non viene utilizzata con la stessa accezione che ha nell’ambito dell’intelligenza artificiale, ma la uso come si fa in ambito medico, in cui si parla di agente eziologico. Non mi piace invece la parola input perché nel sistema non avviene una risposta meccanica computazionale del tipo: input, reazione, output. Abbiamo già visto come né il nostro corpo né il nostro cervello siano modellizzabili come computer.

Quando il sistema complesso incontra un’informazione che può intelleggere, cosa fa?

Per rispondere a questa domanda non basterebbe un libro intero, ma possiamo dire che il sistema complesso reagisce all’unisono nei confronti di un’informazione esterna. Cioè il sistema viene impresso dall’informazione nella sua totalità, e tutte le sue componenti rispondono in modo coordinato.

Quando il sistema risponde, apre una rete di risposta. La rete è un’immagine mentale che serve a riprodurre l’idea del sistema come appunto rete, dove ci sono degli “snodi” che sono centrali nell’elaborazione di informazione e che regolano anche il comportamento di altre componenti. La rete dà anche l’idea (come in realtà è) di sistema ordinato e coordinato, in quanto le varie componenti “comunicano” in tempo reale tra loro.

Abbiamo finora parlato di informazioni e di sistema, ma quali sono alcuni tipi di informazione dal punto di vista del nostro sistema?

Le informazioni intelleggibili e qualitative per il nostro sistema sono ad esempio microorganismi, il linguaggio parlato, le informazioni che possiamo esperire attraverso i cinque sensi, così come caratteristiche dell’ambiente in cui siamo in quel momento.

Alcuni di questi stimoli faranno scattare risposte di difesa da parte del nostro organismo, perché sono potenzialmente dannosi, mentre altri serviranno da indicatori che faciliteranno il sistema nel capire come rispondere nel modo più preciso, accurato, efficiente ed efficace possibile.

Abbiamo visto ancora una volta come modellizzare e astrarre l’operato del nostro organismo, anche in rapporto all’ambiente, è una tattica facilitatrice molto potente!

 

Hai qualche curiosità in merito? Scrivimelo nei commenti!

 

 

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2 Comments
  • giuseppe canto
    Posted at 13:37h, 04 Gennaio Rispondi

    Secondo la definizione che hai dato se tu devessi definire un indicatore di valore di informazione per gli esseri umani che guardano un telegiornale, come lo calcoleresti ? In un TG ci sono foto, parlato, dati e video, variamente combinati per una durata di circa 30 minuti ( per i TG principali).
    Rimanendo nella definizione scientifica che hai dato sull’infomazione, e che secondo me dovrebbe essere anche quella nella valutazione di un TG ( e di chiunque venda informazione) , sapresti definire un algoritmo molto semplice che chiunque è in grado di calcolare ? grazie. Peppe

    • Sara Diani
      Posted at 17:49h, 04 Gennaio Rispondi

      Ciao Giuseppe, grazie per il tuo commento.
      Hai fatto una giustissima osservazione, infatti il problema è la quantificazione dell’informazione.
      Non c’è un modello univoco, e nel caso che dici tu, anche se “banale” per la nostra vita di tutti i giorni, quantificare l’informazione è difficile perché questa è combinata. Ci sono appunto immagini che formano un video, il parlato eccetera. Un modo per quantificarla è tipicamente in Gb (un video di 30 minuti a seconda dei formati può pesare da 1 a 50 Gb), oppure bisogna quantificare l’informazione percepita, che è diversa da individuo a individuo, dipende dal livello di attenzione, dalle esperienze e conoscenze precedenti, dalle emozioni suscitate (che a loro volta aumentano il livello di attenzione). Per questo va distinta l’informazione qualitativa da quella quantitativa.
      Sulla quantificazione dell’informazione e della complessità ho scritto un altro post, te lo linko perché magari puoi trovare spunti utili! https://saradiani.com/possibile-misurare-la-complessita/

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