Medicina del futuro: siamo sicuri di volerci accontentare?

Medicina del futuro: siamo sicuri di volerci accontentare?

Facciamo un po’ di previsioni e parliamo della medicina del futuro.

Ho letto un articolo spiega come sarà la medicina del futuro. Ci sono scritti i benefici che la tecnologia e l’intelligenza artificiale porteranno in medicina. Questi sono di diverso genere e tipo. Ad esempio, attraverso i robot viene descritto un miglioramento dell’attività chirurgica. Un altro aspetto è il miglioramento della nostra capacità ricostruttiva. C’è poi la tecnologia che permette di operare a distanza, tutto l’aspetto dell’analisi dei dati, e il miglioramento della nostra capacità diagnostica.

Ora, se ci pensiamo, il miglioramento dell’attività diagnostica è normale, perché con il procedimento diagnostico effettuiamo un algoritmo. Cioè vediamo quali sintomi ha il paziente, qual è la probabilità che questi coincidano con una determinata malattia o con un insieme di patologie, e poi procediamo con le domande. Ogni domanda che noi facciamo è una parte di algoritmo. Quindi è normale che con l’intelligenza artificiale e i Big Data riusciremo a migliorare la precisione e la probabilità delle nostre diagnosi.

Gli altri benefici cosa riguardano?

Riguardano aspetti meccanici o ricostruttivi, cioè chirurgici.

Io questa cosa l’avevo già detta e prevista. Avevo già scritto che i miglioramenti che ci possiamo aspettare nei prossimi decenni, se proseguiamo con questa logica, possono essere solamente chirurgici o meccanici. E questo perché? Beh, il motivo per cui la mia previsione coincide con quello che scrivono evidentemente è perché il mio modello ha qualcosa di interessante e corretto da dire. Ma sicuramente, l’aspetto più importante che va analizzato è l’aspetto logico.

Perché con la tecnologia e con l’intelligenza artificiale possiamo migliorare la medicina del futuro solo dal punto di vista meccanico, ricostruttivo e diagnostico?

Questa è la domanda che dovremmo porci.

Ve lo spiego, il motivo è logico. Nel momento in cui noi abbiamo un problema meccanico, come ad esempio una frattura, un’occlusione di un vaso, di un organo, di qualsiasi cosa, noi andiamo a prendere quel pezzo rotto e lo aggiustiamo. Quindi è un problema meccanico che noi possiamo aggiustare esattamente come fa un meccanico con una macchina. Ecco, ovviamente il tutto è un attimo più sofisticato e complesso! Molto complesso.

La logica lineare presuppone che con una determinata premessa P, in presenza di determinati fattori, si abbia una diretta conseguenza C. Quindi in questo caso noi abbiamo un pezzo rotto, lo andiamo a sostituire, diventa un pezzo nuovamente funzionante. Questa cosa funziona coi problemi locali.

Ma, cosa succede invece coi problemi dinamici?

I problemi dinamici sono tutti quelli che noi attualmente curiamo coi farmaci, con la riabilitazione, con la nutrizione, con lo stile di vita. Adesso trattiamo anche i problemi dinamici con la logica lineare, perché noi, o meglio, i ricercatori specializzati nei vari ambiti cercano le molecole coinvolte da una determinata patologia o da una determinata problematica, e dopo cercano i farmaci che agiscono su quelle molecole specifiche.

Anche questa è una logica lineare. Cioè ad una premessa P sia ha una conseguenza C. Noi diciamo che quello che noi facciamo agisce direttamente lì e quindi siamo a posto.

Ma, in questo caso, la logica lineare non funziona.

E adesso vi spiego perché!

La logica lineare non funziona perché noi siamo un sistema complesso, e come tale noi usiamo una logica complessa. La logica complessa è una logica circolare. In questo caso ci sono determinati eventi, che ne producono altri, che ne influenzano altri ancora, che a loro volta si ripercuoteranno su quelli iniziali. Inoltre, noi funzioniamo come una grandissima rete, quindi tutto è interconnesso. Quindi non possiamo agire solo su un punto localizzato della rete, perché di riflesso verrà influenzata in tutto e per tutto.

Quindi in questo caso cosa dovremmo fare, come potremmo veramente innovare e creare la medicina del futuro? Al posto di concentrarci su un’unica molecola, su un unico recettore, oppure ad esempio sul dare un farmaco che agisce sul tale recettore per l’ipertensione, un farmaco che agisce sul tale recettore per migliorare la funzionalità renale, eccetera eccetera… Dovremmo vedere e iniziare a osservare tutta la rete nel suo complesso, capire qual è la differenza rispetto a una rete che noi considereremmo normale, e a quel punto agire sulla regolazione di tutta la rete.

A questo punto utilizzeremmo una logica circolare complessa, perché non penseremmo “io agisco sul punto A e questo mi provoca il cambiamento B”, ma penseremmo “io agisco su tutto l’insieme, e a quel punto provoco una modifica iniziale che darà origine a un cambiamento che si ripercuoterà a più livelli differenti.

Si creerà così la cascata di cui parlo spesso, che noi vorremo, perché se noi diamo una piccolissima informazione iniziale, e questa ci provoca una cascata di eventi e ci risolve – o almeno migliora – tutti i problemi che noi abbiamo uno dopo l’altro… Non sarebbe meglio? Io penso di sì.

Quindi, qual è la soluzione per la medicina del futuro?

La soluzione per la medicina del futuro è cambiare logica. Se noi continuiamo con questo approccio alla salute e alla malattia… Beh, mi spiace. Credo che dal punto di vista farmacologico e dal punto di vista dinamico, cioè per tutto quello che non riguarda aspetti meccanici, ricostruttivi e di cose rotte, siamo quasi arrivati al limite di quello che la medicina occidentale può fare.

Per fare il salto che vogliamo, per modificare realmente la medicina del futuro, ci vuole un radicale cambio di paradigma.

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